Wolfgang Amadeus Mozart: Concerto per pianoforte e orchestra n. 23 in la maggiore, K. 488 – Introduzione
Nel corso del primo trimestre del 1786, Wolfgang Amadeus Mozart (che in quel periodo risiedeva a Vienna) terminò la composizione delle Nozze di Figaro.
Scrisse anche L’impresario teatrale e rimaneggiò l’Idomeneo all’occasione di una rappresentazione amatoriale.
Ma queste diverse opere non gli impedirono di produrre due concerti per pianoforte e orchestra, uno finito il 2 marzo (due mesi dopo le Nozze di Figaro) e l’altro il 24 (che sarà il numero 24 K. 491).
Come per i concerti di forma classica, il concerto n. 23 in la maggiore K. 488 (tra i più noti e i più eseguiti) si compone di tre movimenti:
- Allegro, in la maggiore in 4/4
- Adagio, in fa diesis minore in 6/8
- Allegro assai, in la maggiore alla breve.
Rispetto ai concerti precedenti, questo ha un carattere più contenuto, più raccolto, più … intimistico, oserei dire, sia a livello virtuosistico sia a livello strumentale anche se la strumentazione (pur limitata a pianoforte, flauto, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni e archi), nonostante tutto, è molto brillante e vivace.
E questo lo si capisce fin dall’inizio, dal primo movimento.
Quindi qui Mozart rinuncia ai toni marziali delle trombe e dei timpani, così come sostituisce gli oboi con i più scuri clarinetti (strumenti che Mozart aveva scoperto da poco e che, secondo le sue parole, in mancanza di suonatori di clarinetto nelle varie orchestre, potevano essere sostituiti da un violino e da una viola) per creare un impasto più dolce, morbido, soffuso e delicato.
La prima esecuzione avvenne al Großer Redoutensaal del Burgtheater di Vienna il 3 aprile 1786 durante una delle note “Accademie” per sottoscrizione settimanali che vedevano Mozart nella duplice veste di autore e interprete.
L’Adagio del secondo movimento è stato abbondantemente usato come musica da film, ad esempio nell’Incompreso di Luigi Comencini del 1966.
La durata complessiva è di circa 26 minuti.