Robert Schumann: Arabeske op. 18 – Introduzione
Arabeske op. 18 in do maggiore è un brano scritto nel 1839 dal compositore tedesco Robert Schumann (1810 – 1856), durante un suo soggiorno viennese.
È un breve brano per pianoforte solo dedicato alla signora F. Serre, come è scritto sullo spartito.
Fu pubblicato dall’editore Spina, a Vienna, nello stesso anno.
Questo brano, non difficilissimo da suonare quindi eseguito frequentemente, è un brano elegante, di sicuro effetto, che mette in mostra la particolarità e l’originalità di Schumann, forse più che altri pezzi (Schumann, infatti, si trova meglio, si trova più a suo agio nel frammento, nell’ispirazione breve mentre è meno immediato in composizioni più articolate ed estese, come hanno osservato alcuni suoi studiosi).
Nonostante questo, Arabeske è considerata come un’opera minore, «debole e per signore», come scrisse lo stesso Schumann.
In essa si esprime l’essere profondo del compositore mediante figurazioni melodico-ritmiche e temi che mettono in luce la sua spontaneità, la sua vivacità e la sua genuinità.
Lo stesso titolo fa riferimento all’arabesco, un disegno ornamentale libero, fantasioso e quasi indefinito: questo lo si può vedere anche sullo spartito, dove fin dall’inizio troviamo l’accompagnamento della mano sinistra che sembra proprio disegnato come un arabesco.
Arabeske è un pezzo scritto a forma di rondò quindi è strutturato con una successione di frammenti e temi, contrastanti tra di loro anche se dal carattere delicato e dolce, inframmezzati dal tema principale, un tema cantabile che ritorna ciclicamente seguendo fedelmente lo schema formale, appunto, del rondò.