Franz Joseph Haydn: La Creazione (Parte prima, numeri 1-2) – Guida all’ascolto
La prima parte dell’oratorio La Creazione di Franz Joseph Haydn racconta la creazione della luce, della terra, dei corpi celesti, delle distese di acqua, del tempo e della vita vegetale.
Praticamente essa comprende le prime quattro giornate della creazione del mondo da parte di Dio secondo la descrizione fatta dal primo libro della Bibbia, la Genesi.
Questa parte è veramente sorprendente: si apre con una descrizione straordinaria del caos e dell’informe (ecco il video che ho scelto per fare la guida all’ascolto).
Dal caos originale il soffio divino fa sgorgare, da un torrente di note e di effetti, la luce: sembra quasi un’eruzione vulcanica trionfale e spettacolare delle tenebre verso la luce, di ciò che non c’è verso la creazione di tutta la vita sulla terra, vita umana compresa.
La lava in fusione porta via tutto: questo passaggio è di grande novità, quasi profetico della musica che verrà più tardi durante il secolo.
L’ombra, sorgente del male, e per Haydn soprattutto dell’ignoranza, è vinta, così come il serpente.
Il primo brano s’intitola Ouverture. La rappresentazione del caos (Vorspiel. Die Vorstellung des Chaos in tedesco).
Questo è uno dei brani più famosi dell’opera: è un’overture in do minore dal tempo lento (Largo).
È un brano solo orchestrale nel quale Haydn descrive il caos originale tralasciando, a livello tecnico, le cadenze e le risoluzioni armoniche alla fine delle frasi musicali:
“Avrete certamente notato”, dice lo stesso Haydn, “che ho evitato le risoluzioni che ognuno si aspetterebbe di sentire. Questo perché niente ha ancora preso forma”.
Nelle sue sinfonie, Haydn usava spesso delle ouvertures di questo tipo, lente e piene di modulazioni, scritte appositamente per dare risalto al tema principale, che era visto, in questo modo, come finalmente risolutivo.
Qui Haydn ci propone una specie di torpore che viene scosso, qua e là, da volatine e guizzi più veloci.
A 06:12 l’ouverture finisce direttamente nel recitativo di Raphael: Im Anfange schuf Gott Himmel und Erde (In principio Dio creò il cielo e la terra), a cui presto si unisce il coro (a 07:44), che rappresenta la creazione della luce.
Questa parte descrive i primi quattro versetti della Genesi.
La creazione della luce è rappresentata dapprima in pianissimo sui pizzicati degli archi, poi, a 08:40, un accordo potente e teatrale, direi, e sicuramente a sorpresa, in fortissimo di tutta l’orchestra sulla parola Licht (luce), con una modulazione alla tonalità di do maggiore.
Dopo l’apparizione della luce, un breve recitativo del tenore (Uriel), a 08:57, continua la narrazione (“E Dio vide che la luce era buona …”), introducendo la sua aria successiva Nun schwanden vor dem heiligen Strahle, a 09:16.
Quest’aria, in la maggiore per tenore e coro, è una parafrasi della cacciata di Satana e degli angeli ribelli dal Paradiso al mondo delle tenebre (rappresentata da un cromatismo discendente), ed è ripresa dal Paradiso perduto di Milton.
Il contrasto è molto netto nel coro tra la frase dell’espulsione di Satana Verzweiflung, Wut und Schrecken…, a 11:19, articolata con forza e in forma canonica, e la seconda frase Und eine neue Welt entspringt auf Gottes Wort, a 11:57, cantata ad unisono sotto forma di corale e sotto voce, è scritto in partitura.
Siamo alla fine del primo giorno di creazione.
Franz Joseph Haydn: La Creazione – Partitura