La Dissonanza
In musica una dissonanza (contrario di consonanza) è la discordanza di un insieme di suoni (accordi o intervalli) che producono un’impressione di instabilità, di contrasto tra le note, di sgradevolezza e di tensione tanto da richiedere una risoluzione successiva.
L’impressione di dissonanza varia a seconda del sistema musicale preso in esame, dell’epoca, etc.
Nel sistema tonale e nell’armonia classica gli inervalli armonici considerati dissonanti sono la seconda maggiore o minore, la settima maggiore o minore e tutti gli intervalli aumentati o diminuiti.
Tutte le note dissonanti, essendo considerate come note attrattive (cioè che devono risolvere su una consonanza), hanno un movimento melodico obbligato e spesso sono preparate (cioè devono essere fatte sentire nell'accordo precedente come una consonanza).
La dissonanza è stata (ed è) usata dai diversi compositori anche in modo soggettivo: nelle opere di Wagner, ad esempio, si è visto che il compositore usa l’intervallo di seconda maggiore associato all’idea di attesa o di inquietudine, quello di seconda minore all’espressione dell’odio, la quarta aumentata è associata all’angoscia, l'accordo di nona al desiderio mentre quello di nona minore al dolore.
L’effetto della dissonanza, poi, cambia notevolmente anche in base al modo con cui questa viene eseguita e proposta: certi intervalli che possono essere aspri nel forte o quando sono messi in evidenza, possono assumere un carattere molto più dolce se sono eseguiti più piano o sono inseriti in un insieme di suoni piuttosto nutrito.
Inoltre l’impressione di dissonanza aumenta a mano a mano che le note che la creano si avvicinano: ad esempio un intervallo di seconda è molto più aspro di un intervallo di settima o di nona (quando cioè tra la prima e la seconda nota ne troviamo in mezzo altre sette o nove).
Molte volte, poi, queste dissonanze sono usate per creare essetti acustici particolari.
Con Stravinskij e, soprattutto, Schönberg si è intrapresa una strada che ha portato ad avere un’uguaglianza teorica tra la consonanza e la dissonanza, tanto che la musica cosiddetta contemporanea, non avendo più nessun riferimento al sistema tonale classico, usa una scrittura musicale basata soprattutto sulla sonorità che genera un certo tipo di accordo o di intervallo.
molto chiaro. Potreste inserire degli esempi sonori?
Grazie
Edda
Ciao Edda,
ho trovato questo breve video dove vengono proposti all’ascolto tre intervalli consonanti (unisono, ottava e quinta) e due intervalli dissonanti (settima e seconda minore: in questo caso l’ultimo intervallo proposto è formato dalle note DO# e DO naturale, cosa che non si capisce bene tramite la scrittura delle note).
Ciao